È una questione di famiglia. A partire dal bisononno di Valter, che vive e coltiva la vigna a Dolanci dalla fine dell’800, al nonno, al padre, interrotti solo dalla nazionalizzazione delle vigne dopo la Seconda Guerra Mondiale e che li costringe a conferire le uve alla cooperativa di stato, come tutti.
E ora Valter e Mojca, e la loro di famiglia, che decidono, dopo qualche anno di sperimentazioni, di tornare a Dolanci da Ljubljana: scelta di vite. Decidono infatti di smettere di conferire le uve alla cooperativa locale, e fondano Fedora (sì, come il cappello).
Si dedicano sin da subito al recupero di vecchie vigne e varietà, e impiantandone di nuove. La scelta per i nuovi impianti ricade sui vitigni locali: Ribolla, Zelen, Pinela, Refosco, Picolit, Vitovska e altre varietà molto, molto locali costituiscono oggi la quasi totalità della produzione, con un po’ di Chardonnay rimasto dall’epoca in cui i vitigni internazionali avevano preso il sopravvento.
L’azienda e le vigne si trovano in quella parte della valle della Vipava chiamata “Vipavska Brda”, dove si incontrano la Vipavska Dolina e il Carso: climaticamente un unicum, con tanto sole di giorno, escursioni notevoli tra notte e giorno, e vortici di Bora che attraversano le vigne. I principi della biodinamica governano il lavoro in vigna, e il minimo dell’intervento in cantina, per restituire vini estremamente freschi, salini e varietali.
